
Gli empatici sono in genere conosciuti come i guaritori del mondo. Sono le persone i cui sensi sono intensificati e amplificati, sono degli individui che non solo vedono e sentono le diverse energie del mondo, ma che in realtà le sperimentano su loro stessi.
Molte persone si affidano a loro per avere supporto e comprensione. Gli empatici conquistano quasi sempre la fiducia degli altri, perché fanno sì che le persone si sentano al sicuro.
Se l’empatico è in grado di gestire le emozioni degli altri, allo stesso tempo le sperimenta su di sè e tutto questo, può portare a stress e crolli emotivi.
La loro intensa capacità di sentire non può allontanarsi dai mali profondi che esistono nel mondo.
La loro profonda comprensione di quello che esiste e opera nel mondo è sufficiente per confonderli e rattristarli.
Per questo molto spesso, tendono ad essere malinconici, l’emozione che li domina, infatti, è la tristezza.
Il lato oscuro di essere un empatico è che spesso si mette in secondo piano per il bene degli altri.
Un abbandono che costruisce nel corso degli anni, fino ad arrivare alla conseguente necessità di andare alla ricerca della propria anima, ancora una volta, un bisogno che si presenta solo nel momento in cui ci sentiamo completamente persi.
Il lato oscuro di essere un empatico è la guerra che vive da sempre dentro di sè.
La guerra che intraprende contro la tristezza e il buio, che cerca di sollevare la sua ripugnante testa per portarlo all’auto-distruzione.
Si, in realtà la vita dell’empatico, almeno per quello che mi riguarda, non è molto semplice su questa terra in cui vorrebbe vincere la freddezza, l’indifferenza, l’egoismo, l’insofferenza, la chiusura mentale e morale. Si vuole, o vorrebbe, che gli esseri umani perdano quel lato speciale che hanno che li ha sempre guidati verso il mondo dell’amore. No! Non è facile, ma noi empatici dobbiamo essere forti, siamo forti, ma con il tempo dobbiamo imparare che la nostra specialità è un dono, che vedere e sentire il dolore, la sofferenza, gli stati d’animo altrui, chiunque esso sia e qualunque specie animale appartenga. Io ad esempio non riesco ad entrare negli ospedali, proprio perché la mia empatia mi fa vivere la sofferenza di chi sta sdraiato a letto, di chi vedo passare nelle corsie sia come paziente, sia come parente, figlio, nipote, madre, padre, che è preoccupato, che vive delle forte emozioni in quel momento. Essere empatici è bellissimo, ma allo stesso tempo, difficilissimo!
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grazie mille per la tua aggiunta di questo bellissimo pensiero in questo articolo❤️
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Grazie a te per quello che fai con il tuo blog! 🙂
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grazie mille a te per leggerlo❤️
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